Cheratocono

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Il cheratocono è una ectasia bilaterale della cornea con una incidenza riferita attorno ad un caso per 2.000 abitanti (da 50 a 230 per 100.000 abitanti). Non è presente alla nascita, ma si rende manifesto, di solito, verso la pubertà e progredisce sino ad arrestarsi intorno ai quarant'anni, mantenendosi poi stabile per il resto della vita. Ci sono forme che iniziano più tardi e forme che non si arrestano e continuano a progredire: non è possibile quindi definire una regola generale e ogni caso va inquadrato singolarmente.
 
Nella gestione del paziente affetto da cheratocono normalmente è sufficiente un controllo annuale che comprenda un esame completo specialistico, meglio se accompagnato da un esame di
topografia corneale, mentre è consigliato controllare il paziente che porta le lenti a contatto entro i 5-6 mesi. Questa scelta è motivata dal fatto che il cheratocono non ha una evoluzione così rapida da far precipitare la situazione nell'arco di alcuni mesi, mentre sono sufficienti lievi peggioramenti per rendere la lente a contatto non più idonea con il rischio di provocare erosioni epiteliali apicali e conseguente rischio di sviluppare un leucoma superficiale che può anche compromettere per sempre la possibilità di tollerare bene le lenti a contatto.
I controlli periodici sono dunque importanti per definire le caratteristiche evolutive di ogni singolo caso in modo da prevedere l'evoluzione e programmare in anticipo il possibile intervento

EZIOLOGIA E PATOGENESI


Nonostante l'interesse e i numerosi studi su questo argomento l'origine del cheratocono rimane ancora oggi sconosciuta.
Studi di laboratorio farebbero supporre che il cheratocono possa essere determinato da un esagerato processo di degradazione delle fibre collagene dello stroma (lo strato centrale della
cornea) con conseguente riduzione dello spessore corneale. Non è però spiegato perché questo avvenga.
Studi di genetica puntano sulla alterazione di un gene, non ancora identificato, che sembra essere trasmesso con carattere autosomico dominante a penetranza variabile


LE LENTI A CONTATTO E CHERATOCONO



Quando il cheratocono evolve e l'astigmatismo diventa irregolare, la correzione con occhiali non consente di raggiungere un visus soddisfacente. È questo il momento di passare alle lenti a contatto semirigide o rigide.
Oltre a consentire un ottimo recupero visivo, è stata attribuita alle lenti a contatto anche la capacità di arrestare o ritardare l'evoluzione del cheratocono grazie ad un ipotetico effetto di contenimento del tessuto corneale. Questa ipotesi non è però mai stata confermata scientificamente.
La lente a contatto ideale dovrebbe seguire la deformazione del cheratocono, trovando più punti di appoggio e cercando di evitare l'appoggio solo apicale, non dovrebbe essere portata ininterrottamente senza limiti, ma dovrebbe essere utilizzata considerandola un ottimo presidio correttivo ottico e limitando le ore di applicazione allo stretto necessario.
 
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